(da qui:
http://idiotaignorante.splinder.com/post/8682694)Musica di merda (parte 1): il power metal
Il fenomeno del power metal (e dei suoi ascoltatori) è una delle cose più orribili e stupide mai affacciatesi sul panorama musicale. Dal momento che questo stato di cose perdura atrocemente da quasi dieci anni, è opportuno analizzalo in retrospettiva, tirare alcune somme e concludere che si tratta di una rivoltante catasta di merda dove musicisti di merda suonano cazzate per un branco di esaltati ignoranti e boriosi. Allacciatevi le cinture, oppure cambiate aria, tanto è uguale.
Un po' di storia
Nel corso degli anni '80 con "power metal" si era soliti intendere un irrobustimento dell'heavy metal classico: attenendosi alle formule e all'estetica tradizionalmente metalliche, le band power d'una volta enfatizzavano (o potenziavano... "power" insomma vorrà dire qualcosa, no?) alcuni aspetti al fine di ottenere un maggior impatto sonoro - ritmiche più veloci, chitarre dal suono più distorto, maggior volume. Era sì metal classico, ma più duro, più cattivo, più muscoloso, senza contaminazioni con altri generi e fermo sempre un attimo prima di sconfinare nel thrash metal (di poco successivo). Da questo scenario sono emersi ottimi gruppi che hanno fatto davvero dei bei dischi, che hanno retto bene al passare degli anni. Riot e Metal Church furono gli iniziatori della via americana al power metal, mentre gli Accept diedero il via a quella tedesca. Sulla scia degli Accept si misero in luce, grazie ad un terzetto di ottimi dischi, gli Helloween, il cui sound mescolava Accept, Judas Priest e Iron Maiden con approccio lieve, ironico, solare e bambinesco. Il power metal, se si escludono gli Accept, non ebbe mai una vera stagione di successo miliardario - si trovò a portare avanti l'ortodossia metallica nella seconda metà degli anni '80, anni di declino sotto i colpi del thrash, delle pulsioni underground avanguardiste di gente come Voivod, Celtic Frost o Coroner, del nascente crossover di Faith No More, Primus e Suicidal Tendencies, del glam metal.
Rinascita
La seconda metà degli anni '90 ha visto rinascere il fenomeno, secondo una declinazione nuova e ripugnante che ha fatto solo dei danni musicali e culturali. Durante i primi anni '90 il metal tradizionale tornò dritto nell'underground. Anni di silenzio presso la grande stampa e di culto per appassionati fedeli. Anni che regalarono anche alcune perle, come le preziose discografie di Rage o Nevermore dimostrano, in mezzo a molta merda e qualche mestierante tollerabile. Il 1995 fu l'anno che segnò un cambiamento: dischi come "Land of The Free" dei già bolliti Gamma Ray e "Imaginations From The Other Side" dei Blind Guardian ottennero un'eco inaspettata sulla stampa di settore. Nel frattempo un gruppo di mediocri zappaghiaccio finlandesi, gli Stratovarius, riesce a ricavarsi un posticino al sole con "Episode", un modestissimo album che frigge con mano porcina Helloween e Queensryche in ottica rainbowiana. Desta altrettanto interesse "Angel's Cry", ridicolo debutto dei brasiliani Angra a suon di effimero metal helloweeniano, classicheggiante, lezioso, vuoto, bissato l'anno successivo col decente "Holy Land" che introduce un maggior numero di suggestioni sinfoniche e fanfaronate etniche. Si può notare a questo punto la nascita di una tendenza all'interno dell'underground metal europeo, tendenza che diventa un fenomeno molto più esteso e preoccupante a partire dall'Anno del Metallo Morto, il 1997. In quell'anno, tre volgari band di merda pubblicano tre dischi di merda che rompono gli argini e fanno esplodere il fenomeno del power metal come tendenza imperante del metal negli anni a venire. Le tre band sono i vergognosi burattini Hammerfall (accozzaglia di clichè acceptiani con voce stile Dokken afono, sarebbero stati un gruppo di serie C dieci anni prima), i già citati Stratovarius con "Visions", identico al precedente "Episode" ma più fiacco, e infine i nostrani Rhapsody che riescono a mettere insieme un allucinante Fantaghirò-metal.
Scoppia la mania
A questo punto esplode una vera e propria mania. Complice anche la facilità con cui è possibile registrare un album, qualunque gruppo di merda viene messo sotto contratto e scaraventato sul mercato, purchè suoni stronzo power metal di derivazione helloweeniana, magari con velleità sinfoniche. Si definisce rapidamento uno standard, tanto a livello musicale quanto a livello di produzione sonora: voce bianca da manfruito, batteria con doppia cassa a elicottero in evidenza, assoli sfavillanti, cori epici helloweeniani (ma rigorosamente privi del senso dell'umorismo che caratterizzava gli Helloween stessi); a livello di produzione, un sound omogeneizzato, pulito e laccato, che mette in evidenza gli aspetti sopra elencati anche perchè il pubblico vuole sentire proprio quelle cose. Il che fa il gioco delle case discografiche, rigorosamente indipendenti ma di fatto, come mentalità, identiche in tutto e per tutto al mercato major che i metallari criticano tanto.
Minchionaggine
L'effetto complessivo della riesplosione pauermetal è stato grande, e tutto negativo, soprattutto sulle menti dei giovinastri. Si è restaurato da allora un clima da crociata contro tutto ciò che non è "true", che non risponde ad un canone, ad uno standard di metallurgia certificata ISO9000. L'intransigenza mostrata è tale da risultare una parodia di quella dei "defenders of the faith" degli anni '80, soprattutto perchè ad essa si accompagna una mortale seriosità che rende l'affresco a dir poco tragicomico.
I powermetallari sono ossessionati dall'approccio "serio" alla musica. Sono fissati con la lotta alla "commercialità" per mezzo dell'"arte". Sostengono che la loro musica sia pura e priva delle pulsioni plutocratiche del bieco music business. In realtà le cose stanno diversamente: come detto poco prima, il mercato dell'underground metal funziona esattamente allo stesso modo del maistream MTV, solo su scala ridotta. Alle case discografiche interessano i gruppi formattati su uno standard sonoro-compositivo di facile piazzabilità: favoriscono chi si adegua o è già così. E' una lezione che è stata imparata in fretta e che viene applicata ormai con cinica efficienza anche nel resto del metal non-power (qualcosa di buono esce, per carità, altrimenti saremmo al revolver). Per rientrare nelle spese basta vendere duemila copie e da lì in poi c'èsolo da guadagnare, per una casa discografica - quindi tanto vale mettere sul mercato di tutto e di più. Questo meccanismo i (power)metallari si rifiutano di vederlo, e preferiscono continuare a vivere nel loro mondo di favole anticommerciali.
Un altro aspetto demenziale è il Complesso d'Inferiorità nei Confronti della Musica Classica. Due le cause: una, il disprezzo da sempre dimostrato, verso metal e metallari, da tutto il resto del pianeta (comprensibile, perchè è naturale che dia sui nervi veder disprezzare qualcosa che invece riteniamo molto valido); l'altra, il tentativo di stabilire una connessione con la musica classica per legittimare una propria appartenenza all'insieme della Gvande Mvsica. Parlare di questa connessione sarebbe troppo lungo e quindi evito; per il resto, si può notare come i powermetallari apprezzino abbondanti dosi di chitarra classicheggiante (ovvero, quelle cagate di assoli che riproducono o imitano pezzi di Bach, Paganini o Vivaldi) oppure tronfi arrangiamenti sinfonici. Sono trucchetti da circo di imbarazzante pochezza, eppure impressionano chi probabilmente di Mvsica Classica si riempie la bocca ma in pratica ha sentito solo la Kleine Nachtmusik in qualche spot pubblicitario. Qualsiasi stronzo inetto dagli spunti classicheggianti (Angra, Symphony X, Stratovarius e mille altri) viene così elogiato con serioso e sbrodolante accademismo. Pochissimi sono riusciti a dar vita ad un fenomeno interessante (si pensi ai veterani Rage), quasi tutti invece si lanciano in un'imitazione a basso costo che ricorda molto "This Is Spinal Tap" e la scena di Nigel Tufnel che compone al pianoforte (non la conoscete? Cercatela). In realtà è molto più nobile e artistico trovare una forma espressiva autonoma anzichè denunciare sudditanza psicologica ed estetica da salottino bene, ma vallo a spiegare... Altri generi musicali di cui il powermetallaro è solito riconoscere l'artisticità, dicendolo come fosse una cosa ovvia e sottintendendo così di stare anche lui nel circolo che conta, sono il jazz e la fusion. Eppure sono ragionevolmente convinto che se andassi ad un Gods Of Metal e volessi parlare un po' di Duke Ellington, gli esiti sarebbero simili all'interrogatorio ciclistico del Visconte Cobram ("Fantozzi Contro Tutti").
Fa il paio con la sindrome di cui sopra il puritanesimo dei testi, all'insegna di scadente misiticismo religioso, di ecologismo e buoni sentimenti, di totale rifiuto del sesso e di altri "argomenti frivoli e cazzate". Eh no, siamo seri mvsici, noi powermetallari. Da musica per estranei, ribelli e reietti, per "stranieri senza nome", a musica per ragazzini beneducati d'orecchio fino e vellutato (...): ecco il vicolo in cui si è infiltato il metal (o meglio, parte del) grazie agli sforzi del power moderno!
Conclusioni
Il power metal nell'accezione moderna è musica di merda che non ha prodotto niente, assolutamente niente di meritevole. E' colpevole di rincretinimento della gente, di rinfocolamento faide e crociate demenziali (anche in persone che hanno superato la trentina!), e non ha alcuno spessore nè rilevanza socioculturale. Rappresenta una degenerazione del metal, una sua caricatura. Fa vomitare quanto l'emocore, di cui parlerò nel prossimo speciale "musica di merda".